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Dobbiamo fermarci un paio di mesi. Intervista a Luca Ricolfi

4 Marzo 2020 - di Luca Ricolfi

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Con gli attuali trend, si può arrivare, nelle mie simulazioni, anche ad avere 2-300mila decessi. Il calcolo si basa su due parametri, uno (relativamente) noto e l’altro ipotetico. Il parametro noto è che, su 100 infetti, ne muoiono 2 o 3. Questo dato ci dice che, ove avessimo 8 milioni di infetti (come in una comune influenza), il numero di morti sarebbe compreso fra 160 e 240 mila.

Il parametro ipotetico è invece il tasso di propagazione del virus, che al momento non è noto, ma che, a mio parere, è nettamente superiore a 2 o a 2.5 contagiati per ogni infettato. È qui che subentrano i modelli matematici di simulazione, che partono da ipotesi sul tasso di propagazione e controllano se le traiettorie che ne risultano sono compatibili con i dati noti.

I dati noti con i quali misurarsi nel modello sono le serie storiche dei contagi accertati e, soprattutto, delle morti connesse al coronavirus. Queste ultime sono le più affidabili, perché dipendono solo dalla diffusione effettiva del contagio, e non dalle politiche sanitarie e diagnostiche messe in atto, come accade invece con le statistiche sul numero di positivi al test.
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Ma guai se il festival vuole dividere tra buoni e cattivi

12 Febbraio 2020 - di Dino Cofrancesco

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«Bellissimo» ha definito Amadeus il monologo di Rula Jebreal sul femminicidio, in cui – come si legge nell’articolo  sul “Dubbio” di Giulia Merlo – «racconta storie di donne, tra le quali quella di sua madre» vittime di stupri in tutto il mondo e «declama versi delle canzoni di uomini» meravigliandosi che sanno scrivere di donne in modo così rispettoso.   Leggi di più

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