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L’opposizione Mariarosa

27 Luglio 2023 - di Luca Ricolfi

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Ci sono parecchie cose, nelle politiche messe in atto da Giorgia Meloni, che possono non convincere (a me, giusto per fare un esempio, non piacciono per niente i condoni più o meno mascherati). Per cui trovo normalissimo che l’opposizione faccia le sue critiche. E che abbia da ridire su un mucchio di cose, dalla politica economica a quella sociale, dalle scelte in materia di immigrazione a quelle in materia di giustizia. Però c’è qualcosa di vagamente patologico nel modo in cui la stampa progressista e tutte le forze di opposizione (eccetto i due partitini del Terzo polo) si rapportano al governo e alle sue scelte. Solo che non so bene come chiamarlo, questo qualcosa.

Perciò provo a descriverlo. Primo aspetto: non c’è una sola azione del governo in carica che non riceva critiche severissime. Non vanno bene le misure della Legge di bilancio, comprese quelle a favore delle famiglie meno abbienti. Non va bene la riduzione del cuneo fiscale per le fasce deboli, anche se sono soldi in più in busta paga. Non va bene il bonus di 383 euro per le famiglie povere con figli, che suscita solo ironia (“un caffè al giorno”) o disprezzo (“la dignità comprata a 383 euro”).

Ma l’aspetto più interessante è un altro. Giorgia Meloni viene criticata, rimproverata,  denigrata, anche quando ottiene un successo, o quantomeno un risultato che la stragrande maggioranza delle persone normali non esita a considerare un successo. L’esempio più clamoroso è la grazia a Zaki, frutto del lavoro diplomatico del governo italiano. Nemmeno in quel caso, l’opposizione è riuscita ad evitare lo schema: “è una buona notizia, però…”.

Però che cosa? Però il merito è anche del governo Draghi; però chissà che cosa il governo Meloni ha dato in cambio; però non ci sarà un baratto con il caso Regeni?

Stesso problema con i successi in campo internazionale, come il coinvolgimento dei vertici dell’Unione Europea nei negoziati con la Tunisia. O come la grande conferenza di domenica a Roma con 21 paesi africani e mediorientali. Anche qui scetticismo e ironia a gogo. Qualcuno arriva a dire che la conferenza è stata organizzata per “far dimenticare la guerra alle Ong, la gestione del naufragio di Cutro, le promesse di blocchi navali e porti chiusi”. Insomma, non una scommessa politica più o meno valida, più o meno rischiosa, ma una banale, miserevole, furbesca manovra di gestione del consenso elettorale.

In realtà, quel che succede è che, da quando ha vinto le elezioni, Giorgia Meloni sembra baciata dalla fortuna. L’inverno è stato uno dei più miti. La crisi energetica ha creato molti meno disagi del previsto. L’occupazione galoppa. I sondaggi premiano Fratelli d’Italia. Una dopo l’altra, le fosche previsioni degli avversari si rivelano sbagliate: niente esplosione dello spread, niente ostilità dell’establishment europeo, nessun problema con Nato e Stati Uniti.

Di qui lo sconcerto dell’opposizione, e la progressiva formazione di un frame, di una sorta di schema fisso. Più la fortuna arride a Meloni, più l’opposizione (con poche eccezioni) assume una postura da “gufi e rosiconi”, incapaci di visione e privi di ogni senso dell’interesse nazionale. Era già successo con Renzi, quando in tanti non sopportavano che avesse il vento in poppa.

Ecco, finalmente mi è venuta la parola che cercavo: Mariarosa. Anzi Olivella e Mariarosa. Chi ha almeno 50 anni ricorderà la meravigliosa pubblicità dell’olio Bertolli ai tempi di Carosello (per i più giovani, ecco qui un link a youtube: https://www.youtube.com/watch?v=_97KBdnlzvE ). A Olivella, fresca sposina, tutto andava bene, ma ogni successo scatenava l’invidia di Mariarosa. E a Mariarosa i tentativi di fare come Olivella andavano sempre storti. La filastrocca recitava: “Là, là, là, tutto bene mi va” (Olivella). E “Oh, oh, oh, ed invece a me no” (Mariarosa). E un cartone animato raccontava le avventure di Olivella e le esilaranti disavventure di Mariarosa.

Il problema è che oggi noi abbiamo una premier-Olivella e un’opposizione-Mariarosa. Difficile chiedere a Giorgia di non fare Olivella. Ma possiamo sperare che, prima o poi, Elly smetta di fare Mariarosa?

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Luca Ricolfi
Luca Ricolfi
Torino, 04 maggio 1950 Sociologo, insegna Analisi dei dati presso l'Università di Torino.
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L’opposizione Mariarosa