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Posti di terapia intensiva e solidarietà europea: se non ora quando?

17 Marzo 2020 - di Luca Ricolfi

Società

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Entro pochissimi giorni l’Italia non sarà più in grado, nonostante l’immenso sforzo fatto fin qui da infermieri, medici e personale sanitario, di accogliere nei reparti di terapia intensiva i nuovi malati di Covid-19.

Anche molti altri paesi europei potrebbero, fra alcune settimane, trovarsi nella medesima situazione. L’unico grande paese europeo che ha un ampio numero di posti nei reparti di terapia intensiva (circa 25 mila, 5 volte l’Italia, a quanto si apprende dalle poche statistiche disponibili) è la Germania, che fortunatamente è ancora molto lontana da una situazione di emergenza.

Tutti speriamo vivamente che la Germania e gli altri paesi europei riescano a fermare l’epidemia prima che i loro sistemi sanitari si trovino nella situazione in cui ci troviamo noi. Ma ora la situazione è chiara: in questo momento l’Italia è l’unico paese in grave difficoltà, la Germania è l’unico paese in grado di fornire un aiuto concreto.

Oggi non è tempo di spendere parole più o meno alate sulla solidarietà europea, non è tempo di esercizi retorici, non è tempo di discussioni astratte. Oggi è tempo di agire, soltanto di agire, se lo si vuole.

Speriamo, Presidente von der Leyen e Cancelliera Merkel, che voi lo vogliate.

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Luca Ricolfi
Luca Ricolfi
Torino, 04 maggio 1950 Sociologo, insegna Analisi dei dati presso l'Università di Torino.
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Posti di terapia intensiva e solidarietà europea: se non ora quando?