Il termometro dell’epidemia (release 1.0)

La temperatura dell’epidemia è tornata finalmente a scendere. Il termometro di oggi (ultimo dato disponibile, ore 18.00 del 17 dicembre) segna 134.4 gradi pseudo-Kelvin ed è in calo di 1.2 gradi.

Questo miglioramento si deve essenzialmente all’andamento dei decessi, tornati a diminuire dopo due giorni di crescita. Più lieve è stato il calo degli ingressi ospedalieri stimati. Sono invece aumentati i nuovi contagi, anche se ad un ritmo molto più lento di quello osservato ieri.

La riduzione settimanale della temperatura è pari a -3.8 gradi, la più modesta delle ultime settimane.

Va ricordato, come sempre, che l’andamento della temperatura non riflette quello dei contagi attuali, ma quello dei contagi avvenuti 2-3 settimane fa.

Per maggiori dettagli si rimanda alla Nota tecnica.




Il termometro dell’epidemia (release 1.0)

La temperatura dell’epidemia è in salita per il secondo giorno consecutivo. Il termometro di oggi (ultimo dato disponibile, ore 18.00 del 16 dicembre) segna 135.6 gradi pseudo-Kelvin ed è in aumento di ben 4.3 gradi.

Questo risultato è frutto di un doppio peggioramento: aumentano i decessi e, soprattutto, crescono i nuovi contagi. Diminuiscono invece gli ingressi ospedalieri stimati.

La riduzione settimanale della temperatura è pari a -7.6 gradi, la più modesta delle ultime settimane.

Va ricordato, come sempre, che l’andamento della temperatura non riflette quello dei contagi attuali, ma quello dei contagi avvenuti 2-3 settimane fa.

Per maggiori dettagli si rimanda alla Nota tecnica.




Caro Conte, troppo comodo dare la colpa a noi

Come temuto, non hanno fatto quasi nulla per impedire la ripartenza dell’epidemia, e ora – per assolvere sé stessi – scaricano la colpa su di noi.

Eppure li avevamo avvertiti. Guardate un po’ che cosa scrivevo, il 27 aprile, sul sito della Fondazione Hume.


Esuli pensieri. Un’agenda dell’epidemia

27 Aprile 2020 – di Luca Ricolfi

 Su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar 

(Giosuè Carducci, San Martino)

 

Ora ho sentito in Tv il discorso di Conte che annuncia la riapertura il 4 maggio, e non posso più rimandare. La mia agenda comincia da qui, dal discorso che ci è stato inflitto stasera.

E allora andiamo subito al sodo. Che cosa ha detto Conte?

Il succo è questo: Cari italiani, è giunto il momento di riaprire. Certo, riaprire già adesso comporta dei rischi, perché l’epidemia può ripartire in qualsiasi momento. Ma impedire al virus di tornare a circolare si può: dipende essenzialmente da voi, dal vostro senso di responsabilità. Se rispetterete le regole, l’epidemia si potrà tenere sotto controllo, se non le rispetterete l’epidemia ripartirà.

Eh no, caro presidente del Consiglio, questo non puoi proprio dirlo. Dire che l’epidemia potrebbe ripartire è già un inganno. L’epidemia è tuttora in corso, non c’è un solo indizio empirico che sia finita, quindi la prima cosa che dovevi dirci è che voi, politici, avete cambiato idea. Ci avete fatto credere che prima avremmo fermato l’epidemia, e poi avremmo riaperto. Invece ora ci dite che riaprite ad epidemia in corso, esponendo tutti noi a rischi drammatici.

Ma l’inganno più grande è scaricare su di noi, comuni cittadini, la responsabilità di impedire una nuova esplosione del contagio. Troppo comodo. Questo lo potreste dire se, in questi mesi, ci aveste messi in condizione di difenderci. Se, dopo settimane e settimane in cui siamo stati dimenticati nelle nostre case (o nelle nostre residenze per anziani), senza assistenza, senza mascherine, senza tamponi, ora foste in grado di dirci: state tranquilli, ora le mascherine ci sono per tutti, ora un tampone non ve lo negheremo più, ora i medici vi verranno a trovare a casa quando state male.

Invece su tutto questo non una parola, non un numero. Apprendiamo che verrà fissato un prezzo massimo per le mascherine, e si sprecano parole di fuoco contro la speculazione che fa lievitare i prezzi. Ma nemmeno Manzoni avete letto? Non lo sapete che, se gli speculatori prosperano, è perché voi non siete in grado di assicurare un approvvigionamento adeguato? Non vi vergognate a chiederci di mettere le mascherine, salvo coprirci con foulard, sciarpe e asciugamani se le mascherine non le troveremo?

Per non parlare dei tamponi, che avete negato e disincentivato in tutti i modi, nascondendovi – finché vi è stato possibile – dietro le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E ora che l’OMS ha fatto macchina indietro, e invita a fare tamponi (“test, test, test”), perché continuate a farne così pochi? Non lo sapete che i paesi in cui la conta dei morti è meno drammatica sono quelli che hanno puntato sui tamponi di massa? Quanti dati, quante analisi, quanti grafici dobbiamo darvi per convincervi che le cose stanno così?

E i lavoratori cui chiedete di tornare al lavoro, “nella massima sicurezza”? Ci sarebbe piaciuto sentire qualche numero sui cosiddetti dispositivi di protezione individuale. Quanti ne occorrono, quanti sono attualmente disponibili, chi provvederà a fornirli alle imprese, chi si farà carico del costo.

E invece no. Anziché dare garanzie su questo, il governo si compiace di farci sapere che presto inonderà imprese e organizzazioni con dettagliatissimi “protocolli di sicurezza”, nel solito consueto stile degli apparati pubblici: io ti dico a quali norme devi attenerti, non mi preoccupo di metterti effettivamente in grado di rispettarle.

E allora, almeno una cosa lasciatecela dire. Avete deciso di ripartire, avete scelto di farlo senza che la macchina per il controllo dell’epidemia fosse pronta sui 4 versanti fondamentali delle mascherine, dei tamponi, del tracciamento dei contatti, dell’indagine campionaria sulla diffusione del virus. Ne avevate il potere, perché ve lo siete preso. Tutto potete fare, perché avete cancellato tutte le nostre libertà fondamentali.

Ma una cosa non potete farla, anche se ci proverete: dare a noi la colpa, quando l’epidemia rialzerà la testa.




Il termometro dell’epidemia (release 1.0)

Dopo circa un mese di calo la temperatura dell’epidemia è tornata leggermente a salire. Il termometro di oggi (ultimo dato disponibile, ore 18.00 del 15 dicembre) segna 131.3 gradi pseudo-Kelvin ed è in aumento di 1.9 gradi.

Questo peggioramento si deve alla dinamica dei decessi, tornati a salire dopo una settimana di calo. Diminuiscono leggermente gli ingressi ospedalieri stimati, mentre i nuovi contagi, per la prima volta dopo circa un mese di trend positivo (in calo), sono rimasti sostanzialmente stabili.

La riduzione settimanale della temperatura è pari a -19.0 gradi.

Va ricordato, come sempre, che l’andamento della temperatura non riflette quello dei contagi attuali, ma quello dei contagi avvenuti 2-3 settimane fa.

Per maggiori dettagli si rimanda alla Nota tecnica.




Il termometro dell’epidemia (release 1.0)

Oggi (ultimo dato disponibile, ore 18.00 del 14 dicembre) la temperatura dell’epidemia è scesa di 1.9 gradi, passando da 131.6 a 129.7 gradi pseudo-Kelvin.

Questo risultato si deve al miglioramento di tutte e tre le componenti alla base dell’indice. A calare sono soprattutto i nuovi contagi (nell’ultima settimana si sono registrati +113 mila nuovi casi rispetto ai 141 mila della settimana precedente) e gli ingressi ospedalieri stimati. Più lieve è stata la diminuzione dei decessi (+4.4 mila decessi nell’ultima settimana rispetto ai 5.0 mila di quella precedente)

La riduzione settimanale della temperatura è pari a -25.0 gradi.

Va ricordato, come sempre, che l’andamento della temperatura non riflette quello dei contagi attuali, ma quello dei contagi avvenuti 2-3 settimane fa.

Per maggiori dettagli si rimanda alla Nota tecnica.