Il termometro dell’epidemia (release 1.0)

Oggi (ultimo dato disponibile, ore 18.00 del 16 luglio), la temperatura dell’epidemia è rimasta invariata a 1.6 gradi pseudo-Kelvin.

La modesta diminuzione degli ingressi ospedalieri stimati è stata compensata dal lieve aumento dei decessi giornalieri e dalla stabilità dei nuovi contagi.

La diminuzione settimanale della temperatura è di 0.3 gradi.

Va ricordato, come sempre, che l’andamento della temperatura non riflette quello dei contagi attuali, ma quello dei contagi avvenuti 2-3 settimane fa.

Per maggiori dettagli si rimanda alla nota tecnica




Paesi dell’Est, nuovo focolaio?

di Rossana Cima e Luca Ricolfi

Preoccupa l’avanzata dell’epidemia nei paesi dell’Est. Proprio oggi Serbia, Montenegro e Kosovo sono stati aggiunti alla lista dei luoghi a rischio, facendo salire a 16 i paesi per cui vi è il divieto di ingresso e transito in Italia. Nella lista erano già compresi Armenia, Bosnia Erzegovina, Macedonia e Moldova.

Che vi siano indizi di un’accelerazione dell’epidemia in alcuni paesi dell’Est lo si può vedere dai grafici seguenti che rappresentano l’andamento dei nuovi casi settimanali per abitante. Ciò che possiamo fare analizzando questi trend non è tanto valutare la gravità dell’epidemia (l’individuazione di nuovi casi potrebbe dipendere dalle politiche sui tamponi adottate dai vari paesi), ma capire se il contagio si stia allargando.

Su 21 paesi considerati ve ne sono 9 che mostrano chiari segnali di ripresa dell’epidemia. Si tratta si Kosovo, Macedonia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Serbia, Albania, Bulgaria, Romania e Croazia.

La curva di Slovenia e Ucraina sembra invece rallentare dopo un periodo di leggero aumento.

Dopo una forte impennata, il tasso di crescita dei nuovi contagi diminuisce anche in Moldova, Armenia e Russia.

Meno preoccupante è invece la situazione di Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e soprattutto di Lettonia, Lituania, Estonia e Ungheria dove la curva epidemica dà segni di avvicinamento a zero.

Nota tecnica
I dati utilizzati nell’analisi sono quelli pubblicati dalla Johns Hopkins University aggiornati al 15 luglio (ore 18).




Il termometro dell’epidemia (release 1.0)

Oggi (ultimo dato disponibile, ore 18.00 del 15 luglio), la temperatura dell’epidemia è lievemente salita passando da 1.5 a 1.6 gradi pseudo-Kelvin. L’aumento è stato però inferiore al decimo di grado.

Questo risultato è dovuto all’andamento degli ingressi ospedalieri stimati, tornati a crescere dopo nove giorni di diminuzione o sostanziale stabilità. Sono invece rimasti invariati i decessi giornalieri e i nuovi contagi.

La diminuzione settimanale della temperatura è di 0.5 gradi.

Va ricordato, come sempre, che l’andamento della temperatura non riflette quello dei contagi attuali, ma quello dei contagi avvenuti 2-3 settimane fa.

Per maggiori dettagli si rimanda alla nota tecnica




Dove riparte il contagio

di Rossana Cima e Luca Ricolfi

Nel corso della settimana che va da martedì 7 luglio a lunedì 13 luglio si sono registrati complessivamente 1.425 nuovi contagi, contro i 1.378 della settimana precedente.

Per capire se vi siano indizi di ripresa dell’epidemia si può guardare l’andamento dei contagi in un periodo di tempo più o meno lungo (qui riportiamo i dati a partire dal 1° giugno). Come si può vedere, la curva epidemica risulta in calo fino ai primi giorni di luglio, ma da poco più di una settimana ha iniziato a tendere leggermente verso l’alto.

Sono 5 le Regioni/Province Autonome che presentano, nell’ultima settimana (7-13 luglio), un incremento di nuovi casi significativo rispetto alla settimana precedente (30 giugno – 6 luglio). Si tratta di Emilia Romagna (+101), Lazio (+33), Veneto (+25) e Bolzano (+18) dove la curva epidemica risulta in aumento da almeno una settimana. Vi è poi la Calabria dove l’incremento dei nuovi casi è legato essenzialmente all’individuazione di migranti sbarcati a Roccella Ionica risultati positivi in seguito ad uno screening.

Le Marche presentano una situazione meno preoccupante. L’incremento rispetto alla settimana precedente è più modesto (+5), ma il trend degli ultimi giorni è in leggero aumento.

Accanto a queste 5+1 regioni ve ne sono 3 (Lombardia, Piemonte e Liguria) dove il numero di nuovi contagi settimanali rimane ancora alto, ma da almeno una settimana la curva risulta stabile.

Vi sono poi cinque regioni (Toscana, Abruzzo, Umbria, Friuli V.G. e Campania) dove si osserva una riduzione tendenziale della curva dopo un periodo di accelerazione più o meno marcata dell’epidemia. In quattro di esse (Toscana, Abruzzo, Friuli V.G. e Campania) i valori attuali sono comunque ancora nettamente al di sopra del punto di minimo toccato verso la fine di giugno.

La situazione appare invece meno preoccupante in sei regioni (Sardegna, Trento, Puglia e soprattutto Basilicata, Molise e Valle d’Aosta) dove il numero di nuovi casi settimanali risulta relativamente contenuto.

Nota tecnica

I dati utilizzati nell’analisi sono quelli diffusi quotidianamente dalla Protezione Civile aggiornati al 13 luglio (ore 18).
Le serie storiche dei dati regionali sono state corrette per tenere conto dei ricalcoli effettuati dalla Protezione Civile.
Dall’analisi è stata esclusa la Sicilia perché oggetto di consistenti correzioni. Qui di seguito riportiamo comunque la serie storica ricalcolata.

 

 




Il termometro dell’epidemia (release 1.0)

Oggi (ultimo dato disponibile, ore 18.00 del 14 luglio), la temperatura dell’epidemia è tornata a scendere, passando da 1.7 a 1.5 gradi pseudo-Kelvin (-0.2 gradi).

Questo miglioramento è dovuto essenzialmente al leggero calo dei decessi giornalieri. Sono rimasti sostanzialmente stabili gli ingressi ospedalieri stimati e i nuovi contagi.

La diminuzione settimanale della temperatura è di 0.6 gradi.

Va ricordato, come sempre, che l’andamento della temperatura non riflette quello dei contagi attuali, ma quello dei contagi avvenuti 2-3 settimane fa.

Per maggiori dettagli si rimanda alla nota tecnica