Sintonia tra PD e Forza Italia. L’intervista a Luca Ricolfi

“Di Maio è più pericoloso di Berlusconi”, ha detto il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari. Per Luca Ricolfi, sociologo e professore di Analisi dei dati all’Università di Torino, l’analisi non dev’essere considerata eretica. Anzi. Come scrive in un articolo sul sito della Fondazione David Hume si tratta “di una frase di chi ha la forza di mettere da parte i sentimenti, e il coraggio di far prevalere il cervello”.

  • Ricolfi, dando ragione a Scalfari, ammette quella che potrebbe essere l’unica soluzione possibile per governare ai tempi del Rosatellum: larghe intese tra Pd e Forza Italia?

No, un governo Pd-Forza Italia non è l’unica soluzione. Anche un governo Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia è una soluzione possibile. Dopotutto un governo Forza-Italia-Lega c’è già stato, e non è risultato catastrofico: semplicemente è stato mediocre come tutti gli altri governi della seconda Repubblica, paralizzati dai veti e incapaci di riformare il Paese

  • Per molti, anche nel Pd, è considerata un’idea indecente e si preferirebbe flirtare con i 5 Stelle. Un’alleanza con gli azzurri su quali presupposti si potrebbe reggere?

Credo che il punto di maggiore sintonia potrebbe essere la riduzione della pressione fiscale. Sfortunatamente sarebbero in sintonia anche su un altro punto: chiedere ulteriore flessibilità all’Europa, e rimandare alle calende greche la riduzione del debito pubblico.

  •  Renzi  ha perso ogni possibilità di costruire una coalizione, essendo stato abbandonato sia  da Giuliano Pisapia (a sinistra) sia da Angelino Alfano (al centro). E’ rimasto da solo?

Sostanzialmente sì. Formalmente no: ci sarà qualche penoso tentativo di creare due contenitori-cespuglio, uno alla propria destra (tipo Udc e simili), uno alla propria sinistra (tipo radicali-verdi-socialisti). Ma non porteranno molti voti, potranno solo assicurare qualche seggio ai notabili dei micro-partiti.

  • La minoranza Pd spinge per un passo indietro di Renzi, mentre Gentiloni sta raccogliendo sempre più consensi. Crede che potrebbe essere una soluzione per compattare il centrosinistra?

Forse Gentiloni potrebbe risolvere un problema politico, ma non credo accelererebbe il percorso delle riforme, che a mio parere è stato più incisivo (o meno lento) sotto Renzi.

  • La leadership di Renzi per molti è al capolinea. Ma c’è anche chi – come Cacciari – sostiene che l’unica sua possibilità sarebbe costruire un partito personale come ha fatto Macron. Che cosa ne pensa?

Per costruire un partito personale bisogna non essersi bruciati prima. Inoltre è bene aver studiato, avere alle spalle esperienze professionali vere, possibilmente di alto livello. Come ha notato saggiamente Lapo Elkann qualche giorno fa a “Otto e mezzo”, Macron – oltre ad essere nuovo – aveva tutte le carte in regola, Renzi no. Renzi ha molta energia, poca cultura, nessuna umiltà.

  • Il Rosatellum, tanto voluto anche dal Pd, non è stato un suicidio visto che le alleanze sono praticamente tutte naufragate?

Sì, direi che è stato il suicidio perfetto. Ma è la maledizione della legge elettorale: chi la cambia per aiutare sé stesso, finisce per aiutare l’avversario.

  • La sinistra-sinistra si è riunita attorno a Grasso. Crede che potrà far male al Pd? O magari potrebbe essere un’interlocutrice del Pd per il post-voto?

Secondo me la lista Grasso farà più male ai Cinque Stelle che al Pd, e dopo il voto farà una serena opposizione, dura e pura.

  • Il Pd, secondo i sondaggi, è ai minimi storici, mentre il centrodestra è in grande spolvero. Secondo lei, le urne confermeranno questo scenario? E, nel caso di un Pd, minoritario (al 20%) Renzi che fine farà?

Io non penso che il Pd prenderà solo il 20%, più facile che, con i cespugli, stia in prossimità del 30%. Quanto al futuro di Renzi non lo so: il ragazzo è sufficientemente scavezzacollo da risultare imprevedibile.

Intervista a cura di Rosalba Carabutti pubblicata su QN Quotidiano Nazionale il 9 dicembre 2017