E’ nato l’antifascismo autoflagellante

‘La Repubblica’ di venerdì scorso pubblica una lunga riflessione di Francesco Piccolo (Premio Strega 2014), ‘M’ di Scurati e quello che resta dell’antifascismo’ ,che, da un richiamo in prima, si estende per ben due lenzuolate all’interno del giornale (pp-32-33).Se invece dei cinque volumi sul duce di Antonio Scurati, Piccolo avesse deciso di parlare del Cavour di Rosario Romeo le lenzuolate sarebbero dovute essere quattro, per rispettare le proporzioni tra le due opere?  Piccolo parla dell’opera di Scurati quasi come di un evento epocale: grazie ad essa, infatti, ci saremmo resi conto della differenza tra l’antifascismo ingenuo o ‘semplificato’ dei giovani resistenti che non avevano alcuna responsabilità nella nascita e nell’avvento del fascismo e l’antifascismo complesso <di chi dice: guarda che tutto quello che è successo, certo che non lo volevamo, certo che è stato terribile, ma ci riguarda fino a esserne corresponsabili: questo è un antifascismo adulto, maturo, complesso, è un antifascismo poco frequentato in Italia>. Degenerazione spaventosa, il fascismo non ha nulla di estraneo al paese: nasce dall’inconsistenza degli italiani, dalla loro facilità di essere sedotti, dalle loro paure. Per guarire da questo fascismo che ci portiamo dentro, occorre prendere coscienza che< c’entriamo anche noi con l’evento storico>, e che, come persone adulte, non abbiamo il diritto all’<antifascismo semplificato>. Non credo che siano importanti gli scritti di Antonio Scurati—sui quali si sono già pronunciati storici severi come Ernesto Galli della Loggia—penso, invece, che lo sia il panegirico di Francesco Piccolo. Grazie ad esso, infatti,  una nuova figura  si è aggiunta alle tante che già popolano la cultura politica italiana: quella dell’antifascismo autoflagellante, implacabile inquisitore che intende esorcizzare il demone che è in noi. Il fascismo resta il peccato originale e  le sue cause origini e svolgimento—raccontate e spiegate da storici come Renzo De Felice, da filosofi come Augusto Del Noce—vanno rimosse e passate in giudicato. Quasi quasi ,si rimpiange la retorica anpista, che dell’antifascismo vuol fare un valore comune  e non l’olio di ricino per depurarci dai veleni del ventennio.

Professore Emerito di Storia delle dottrine politiche Università degli Studi di Genova

dino@dinocofrancesco.it

[articolo uscito su Il Giornale del Piemonte e della Liguria il 1 luglio 2025]